29 luglio 2010

Ottava lettera di Ermete dalla Zona Deumanizzata

Ciao coso
ieri non sapevo che fare e allora mi sono messo a scavare una buca, l'altro giorno ho trovato una pala arrugginita. Nascono prima le buche o le pale? È il bisogno di scavare che ha portato all'invenzione della pala, o un giorno un tizio preistorico ha trovato un pezzo di selce a forma di pala e non sapendo che farci ha cominciato a scavare? È l'utensile che fa l'uso o viceversa? Comunque ho cominciato a scavare in mezzo ai licheni, ma dopo cinque minuti mi sono stufato, ho impugnato la pala come una chitarra, facendo finta di suonare. La libertà è usare gli utensili a cazzo. L'altro giorno sul muro del cortile del palazzo dove abito ho visto una scritta, forse l'ho fatta io, ma non mi ricordo. C'è scritto La vita è solo una vacanza dal nulla.

19 luglio 2010

L'impostura di un remake

Ieri ero da RapidoPizza che aspettavo di fare le consegne, e Lacazza, il pizzaiolo, a un certo punto mi mostra una pizza con pomodoro, acciughe, mais, tonno, capperi, olive, cipolla, basilico, funghi, carciofini, scaglie di parmigiano, peperoni, rucola, radicchio, melanzane, salsiccia, bresaola, stracchino, patate, ricotta, gamberetti e mi fa:
– Che te ne pare, Bandini?
– Manca la mozzarella.
– È la mia nuova creazione, la Pizza Royal.
Io l'ho fissata ben bene, poi gli ho detto:
– Ma è uguale alla Pizza Imperiale della Pizzeria Cose Da Pizza, ha proprio gli stessi ingredienti sputati – e non ho detto sputati in senso figurato, ovviamente, – sei un lurido copione.
Lacazza ha fatto uno scatto della testa all'indietro, come se gli avessero tirato un pugno.
– Come osi, brutta merda bandinica. Io non ho copiato. Il mio è un remake.
Non potevo credere ai miei orecchi. Un remake! Un remake di una pizza!
– Un remake? – non potevo crederci, l'ho detto.
- Certo. Gli ingredienti sono gli stessi, è l'impostazione che è diversa.
– Un remake! Sei un buffone.
– E tu sei un mentecazzo.
– Casomai "mentecatto", lurido ignorante.
– Sei un mentecazzo bandinoso, sei.
– E tu un ignorante lacazziano! Sei un maledetto schifoso aggregato di piscio lacàzzico!
Questo naturalmente lo ha steso. Non ha saputo ribattere. Così, prima che potesse reagire, ho preso un cartone di pizza vuoto, l'ho chiuso e ho fatto finta che dovevo consegnare una pizza, ho messo il cartone vuoto nel portapacchi dello scooter e sono andato a fare un giro sui viali, con il cartone vuoto nel portapacchi. Mi sentivo proprio come quel cartone. Vuoto. Dentro a un portapacchi. Un remake! Adesso uno non ha uno straccio di idea, ne copia un'altra e poi dice che è un remake. Lacazzismo puro.
Poi, mentre ero fermo a uno stop, ho cominciato a pensare che magari, anche la mia vita è un remake. Un remake della stessa vita però vissuta da qualcun altro. Qualcun altro che magari era vissuto in un altro luogo e un'altra epoca, ma ha fatto esattamente le stesse identiche cose, ovviamente rapportate al suo tempo. Magari uno schiavo egiziano che consegnava pizze di fango all'imperatore, per dire. Forse siamo tutti dei remake di vite sempre uguali, ma interpretate da sempre nuovi attori. Ero davanti a quel semaforo rosso e mi sentivo di essere davvero molto vicino alla verità, mi sentivo davvero molto profondo e intelligente. Se era così, che cosa potevo fare? Non potevo cambiare gli ingredienti della vita, potevo solo combinarli diversamente, tipo. Cambiare le inquadrature, le luci. Viverla un po' più meglio, che ne so. Mi sentivo così assolutamente nel cuore del problema quando la macchina accanto ha suonato il clacson. Si è abbassato il finestrino, è arrivata una ventata di aria condizionata e di musica tecnologica violenta.
– Ehi bimbo – ha detto il tizio alla guida, uno tutto sudato, con gli occhi a palla, – ho fame.
– Sì?
– Tanta. Fame. Fame chimica, bimbo.
– Sei solo un remake, bambi.
– Hai qualcosa per me, bimbo?
– Certo, bambi.
Ho preso il cartone dal portapacchi e gliel'ho praticamente lanciato nell'abitacolo. Poi è venuto verde e sono sfrecciato via con il mio scooter di RapidoPizza.
Dopo ierisera io e Armenia siamo andati a vedere un film al cinema. Era il remake della storia di un tizio che nella vita lotta per diventare qualcuno, e alla fine ci riesce, però in maniera più patinata e accattivante rispetto all'originale.

5 luglio 2010

Or-ro-re

Creativo n.3 ha detto che ieri il suo stagista gli ha chiesto quando iniziavano a pagarlo. Creativo n.3 ha uno stagista, come Creativo n.2, mentre Creativo n.4 ne ha addirittura due. Creativo n.1 è morto. Io non ho ancora stagisti, non ho ancora questo privilegio.
– Davvero ha detto così? Ha chiesto quando iniziavano a pagarlo? – ha chiesto n.2.
– Te lo giuro – ha detto n.3.
– Che volgarità, parlare di soldi – ha detto n.4, mimando un conato.
– Che schifo – ho detto io.
– È sicuramente uno di quelli che paga le cose ancora in contanti – ha detto n.2.
– Or-ro-re – ha detto n.4.
– Me lo vedo maneggiare banconote in faccia alla cassiera del supermercato, pagare, come un pappone qualunque – ha detto n.3.
– Dove andremo a finire – ho detto io.
– Domani lo sbatto fuori. Soldi! Parlare di soldi! A lavoro! Ma dove cazzo siamo? Nel XX secolo? – ha urlato n.3, fuori di sé.
– Le banconote! Non vedo una banconota da... da... tipo il 2006 – ha rievocato n.4.
Stamattina ho trovato un post-it di Penelope 5 sullo schermo del mio computer. È sempre più sottile, lo schermo del mio computer. Se lo guardo di profilo, quasi non si vede. I profili delle cose stanno scomparendo. Quelli delle persone ho smesso da tempo di guardarli, per paura di vederli sparire anche quelli. Il mio non lo guardo da mesi. Adesso mi faccio la barba a occhi chiusi, con il rasoio a ultrasuoni Clebbino. Nel post-it di Penelope 5 c'era scritto che avevano accolto la sua richiesta per la Cassa Ibernazione. Verrà ibernata a ottobre, se tutto va bene. Ha riempito il post-it di faccette sorridenti. Al prossimo Giorno della Rivincita la gonfio di botte.