27 febbraio 2009

Non si interrompe un'emozione

Io spesso quando ho voglia di ascoltare un po’ di buona musica chiamo i centralini delle grandi aziende, che quasi sempre hanno gli operatori occupati e allora ti mettono in attesa e nell’attesa ti fanno ascoltare della buona musica. Per esempio stamattina ho ascoltato un po’ di Verdi telefonando all’INPS. Purtroppo c’è sempre qualcuno che sul più bello interrompe la musica, qualche operatore maleducato che prende la linea ponendo fine alla magia. Allora a quel punto non mi resta che mettere giù e chiamare un altro numero, sperando che nessuno risponda, e devo dire che di solito mi va bene, per dieci venti minuti posso ascoltare indisturbato il mio brano preferito, ma poi niente, finisce che qualcuno risponde sempre e non vale la pena spiegare, dire: no, guardi, mi lasci in attesa, volevo solo un po’ di musica. Non vale la pena: si offendono, se la prendono! Allora conviene mettere giù, senza tante spiegazioni, e chiamare un altro centralino, possibilmente nelle ore di punta, quando tutti stanno chiamando e c’è più speranza che nessun operatore possa prendere la tua chiamata.

25 febbraio 2009

Consegna di pizza anomala

Ieri ero partito con lo scooter per consegnare una pizza, ma lo scooter aveva il serbatoio a secco, sono rimasto a piedi con una pizza quasi ancora calda da consegnare. Che fare?
Ho chiamato un taxi. Ho pensato: tanto poi lo addebito nel costo della pizza. Genio, Jimmy Bandini. Dopo dieci minuti è arrivato il taxi, sono salito con il cartone della pizza e ho dato l'indirizzo al tassista. Il tassista mi lanciava occhiate attraverso lo specchietto retrovisore, occhiate interrogative, credo si chiamino così.
- Devo consegnare questa pizza - ho detto per rispondere alle sue occhiate.
- Mh - ha risposto il tassista. Cioè. Forse era mmmmm, in tal caso poteva voler dire "buooona la pizza", se invece era solo mh, allora no, significava più una cosa tipo "sì, ok, affari tuoi cicciobello". Mi è anche venuto un po' di nervoso, come si permette un tassista di darmi, anche solo implicitamente, del cicciobello? Comunque dopo cinque minuti siamo arrivati, al tassista ho chiesto quant'era, erano sette euro e cinquanta.
- Torno subito, mi faccio dare i soldi e arrivo - ho detto.
Forse ha risposto con mh.
Ho suonato il campanello, ho detto che era RapidoPizza e sono salito. Il tizio della pizza mi aspettava sulla porta.
- Ecco la sua pizza, signore.
Ha toccato il cartone.
- È fredda, mi pare.
- Sono le leggi della fisica, signore.
- Quant'è?
- Sette e cinquanta.
- Però!
Mi ha dato sette euro e cinquanta contati. Niente mancia. Sono sceso, uscendo ho fatto un cerchietto accanto al suo nome sul campanello, marchiandolo per sempre come un non datore di mance.
- Ecco i soldi - ho detto al tassista, dandogli i sette e cinquanta.
- Niente mancia? - ha chiesto quello.
- Non dipende da me - ho risposto.
È ripartito facendo fischiare le gomme sull'asfalto, lasciandomi lì. Mi domando se anche i tassisti hanno un modo per marchiare a fuoco quelli che non lasciano mance. E soprattutto, se è così, come si vendicano? Spalmandosi del muco su una mano e poi porgendoti la mano mucosa da stringere?
Avevo lo scooter da recuperare e mi sentivo stanco, ma stanco.

24 febbraio 2009

Il poco

Scrivo poco perché faccio molta Raccolta Differenziata Tibetana dei Pensieri.
Comunque, per dirne una, un paio di settimane fa ero lì che mi annoiavo a guardare la danza del pulviscolo nel cono di luce che entrava dalla finestra nel mio ufficio e allora per uscire dalla noia sono andato dal mio capo a chiedergli un aumento.
- Voglio un aumento - gli ho detto.
Lui mi ha guardato. No, non mi ha guardato sul serio, non mi ha mai guardato davvero, non mi ha mai visto insomma. Mi ha sguardato, diciamo.
- Il troppo stroppia, Bandini - ha detto.
- Ah sì? - ho detto io - e il poco spocchia, allora.
E me ne sono andato dal suo ufficio e sono tornato al pulviscolo.
Bene, ieri ho scoperto che il mio capo adesso vuole proporre "Il poco spocchia" come claim per non mi ricordo che prodotto Clebbino, forse la confezione maxi di Ketchup Clebbino, boh.

18 febbraio 2009

Ciao, Bet

IL GATTO IN UN APPARTAMENTO VUOTO

Morire - questo a un gatto non si fa.
Perché cosa può fare il gatto
in un appartamento vuoto?
Arrampicarsi sulle pareti.
Strofinarsi tra i mobili.
Qui niente sembra cambiato,
eppure tutto è mutato.
Niente sembra spostato,
eppure tutto è fuori posto.
E la sera la lampada non brilla più.

Si sentono passi sulle scale,
ma non sono quelli.
Anche la mano che mette il pesce nel piattino
non è quella di prima.

Qualcosa qui non comincia
alla sua solita ora.
Qualcosa qui non accade
come dovrebbe.
Qui c'era qualcuno, c'era,
poi d'un tratto è scomparso
e si ostina a non esserci.

In ogni armadio si è guardato.
Sui ripiani si è corso.
Sotto il tappeto si è controllato.
Si è perfino infranto il divieto
di sparpagliare le carte.
Che altro si può fare.
Aspettare e dormire.

Che provi solo a tornare,
che si faccia vedere.
Imparerà allora
che con un gatto così non si fa.
Gli si andrà incontro
come se proprio non se ne avesse voglia,
pian pianino,
su zampe molto offese.
E all'inizio niente salti né squittii.

Wislawa Szymborska, "Vista con granello di sabbia", Adelphi, 1998

10 febbraio 2009

Effetto neve

- Vorrei staccare il sondino a questo Paese - ha detto ieri sera Armenia.
- E come pensi di fare? - le ho chiesto.
- Così - e con uno strattone ha staccato dalla presa il cavo dell'antenna TV.