5 dicembre 2015

Vietato fumare

Ieri nella Sala Incubatrice il capo ha lanciato sul tavolo dei pacchetti di sigarette di varie marche, chiedendo:
– Chi di voi fuma?
Nessuno ha parlato.
– Bene – ha detto lui – perché il fumo uccide, giusto?
Nessuno ha detto niente.
– Il Ministero della Salute – ha cominciato a dire, riempendosi i polmoni di aria – ci ha contattati per un incarico della massima importanza. Sapete tutti quei messaggi che i produttori di tabacco sono obbligati per legge ad appiccicare in bella vista sui loro pacchetti: Il fumo uccide, Nuoce gravemente alla salute, Il fumo provoca il cancro, Il fumo invecchia la pelle, Il fumo danneggia gravemente te e chi ti sta intorno, gne, gne, gne.
Qualcuno, forse Creativa n.1, ha sorriso.
– Avete già capito dove voglio arrivare. Non funzionano. Non servono. La gente li ignora. La gente se ne frega. Sapete come sono i fumatori: piccoli tossici imbecilli, miserabili teste di cazzo convinte che reggere tra due dita cilindretti di tabacco pressato da appicciare da un’estremità e succhiare dall’altra sia cool, mentecatti completamente privi di autostima, babbei insicuri e puzzolenti, insomma, feccia.
Tutti abbiamo annuito vigorosamente.
Il capo a quel punto ha preso un pacchetto, ha estratto una sigaretta, se l’è portata alle labbra, ha estratto un accendino e se l’è accesa. Poi, dopo averla aspirata voluttuosamente e averci soffiato il fumo in faccia, ha proseguito: – Bene, questa gentaglia non viene minimamente toccata da quei messaggi che non spaventerebbero neanche un bambino di tre anni. Per cui il Ministero si è rivolto a noi: vuole debellare questa piaga, e vuole che noi troviamo frasi più convincenti, frasi che trafiggano, messaggi che provochino un cortocircuito in quelle teste di cazzo, convincendole a liberarsi da questa dipendenza e a curarsi seriamente per tornare persone normali, persone serie, persone finalmente adulte.
Il capo ha dato un altro tiro dalla sigaretta, chiudendo gli occhi ed espirando il fumo lentamente, producendo pennacchi sensuali dalle labbra e dal naso, con un leggerissimo fremito delle narici, come in preda a un orgasmo.
– Perciò coraggio, è il vostro turno. Tirate fuori delle frasi da mettere nei pacchetti delle sigarette. Fatelo. Ora.
– Adesso hai veramente rotto il cazzo.
Era Creativo n.2 ad aver parlato: a tutti noi si è gelato il sangue e lo abbiamo guardato. Anche il capo, incredulo, lo ha fissato.
– È la mia proposta. “Adesso hai veramente rotto il cazzo”, scritto su tre righe, VERAMENTE scritto a caratteri più grandi su tutta la seconda riga.
Tutti abbiamo sospirato di sollievo.
– No – ha detto il capo, dando un altro tiro, e soffiando il fumo in faccia a n.2 – non ci siamo. Ai fumatori piace rompere il cazzo. È anche per quello che fumano. Non funzionerebbe.
– Che ne pensa di “Sei ridicolo”? – ha detto Creativa.
– Non è male. Ma non funzionerebbe lo stesso. Il fumatore ama coprirsi di ridicolo, per farsi un po’ compiangere, un po’ compatire… è una psicologia molto complessa, la sua.
– “La gente ti odia” – ha detto Creativo n.3.
– No, ma per favore. Non faresti che compiacerli.
– “Sei fuori moda” – ha detto Creativa.
– Che sarebbe come dirgli: “sei di smoda”. Non funziona.
– È vietato fumare – ha detto n.4.
– Mi prendi per il culo? Ti sembra una frase a effetto? – ha detto il capo, trattenendosi a stento.
– N-no, capo, volevo dire, qua dentro è vietato fumare… non ci sono ventole o prese d’aria, la stanza è piccola, e lei sta… fumando…
– Io non fumo, stronzo! Io BRUCIO! – ha ruggito il capo.
A quel punto tutti hanno iniziato a sparare frasi, sperando di porre fine al supplizio.
– “Fai schifo”.
– No.
– “Fatti una vita”.
– No.
– “Soldi buttati”.
– No, no, no.
– “Credi che questo risolverà i tuoi problemi”?
– Nooooooooo.
A quel punto io ho alzato la mano.
– Ah, n.5, finalmente ti degni anche tu di partecipare. Dicci, dicci – ha detto il capo, con la sigaretta tra le labbra.
– Posso andare in bagno?
– Sarebbe questa la frase?
– No, è che mi scappa.
– Allora per me puoi fartela addosso. Non si esce finché non mi tirate fuori qualcosa di buono.
– Io credo – ha detto allora n.3 – che dovremmo usare la psicologia inversa, come con i bambini e i deficienti. In fondo i fumatori sono dominati da questo spirito di contraddizione… sono dei bambini deificienti, che più gli diciamo di non fare una cosa, e più vogliono farla. Quindi io propongo una frase tipo: “Fuma, fuma!”
Il capo ha preso la sigaretta in mano, fissandola con interesse.
– Questa è buona, n.3. Ma c’è un problema: qualche avvocato stronzo potrebbe denunciare il Ministero di istigazione al suicidio, e sarebbe il finimondo… no, non ci siamo.
Allora io, che mi stavo pisciando addosso, ho tentato una carta disperata.
– Che ne dite di questa, scritta a caratteri rossi sanguinanti – e prendendo aria ho urlato – MUORI PORCODIO!
Il capo ha fatto un salto. Ha cominciato a tossire. La sigaretta è caduta sul tavolo e lui si è afferrato il collo. La faccia era paonazza. Ha dato altri 2-3 colpi di tosse tremendi, e poi è stramazzato a terra. Creativa è corsa a chiamare il 118. Ma quando l’ambulanza è arrivata il capo era già morto. Tre giorni dopo, al funerale, Creativo n.2 mi ha detto: be’, direi che funziona.