27 settembre 2018

Conosco persone

Conosco persone che nelle metropolitane, negli aeroporti, nei centri commerciali, per non camminare prendono scale e tappeti mobili. Poi, una volta a casa, per tenersi in forma corrono sui tapis roulant.

12 settembre 2018

La vita all'aperto

Sono tornato dalle vacanze e dopo dieci giorni in tenda non lo so, a casa non mi ci ritrovavo più. Tutti quei muri. Pieno di porte. I mobili. E meno male che a casa mia c’è anche della terra, buttata lì in un angolo del soggiorno! Che tra l’altro ci hanno fatto casa le formiche mi sa, anche loro dopotutto hanno diritto al campeggio, haha.
Quindi niente, alla fine ho piantato la mia minuscola tenda in terrazzo e vivo lì. Certo il mio terrazzo si affaccia su un cortile interno, vista sui tinelli con le mattonelle tristi, sui bagni con le tende delle docce a fiori, esodati spiaggiati su divani davanti a schermi piatti pagati a rate, non è esattamente il massimo della natura selvaggia, ma almeno quando esco dalla tenda la mattina e guardo su, vedo il cielo. Entro in casa solo per lavarmi, ogni volta sbattendo contro tutti quei cazzo di muri e di porte, spigoli, soprammobili, formiche. Poi torno in terrazzo, carico la moka, accendo il fornelletto a gas da campeggio, mi siedo sul mio sgabello, i cani abbaiano, passano gli aerei, suonano i telefoni, sale il caffè, spengo il fornelletto. Bevo il caffè, sa di paesaggio. Dopo il primo giorno la tenda è già coperta di merda di piccione. Poi prendo, mi vesto e vado in ufficio. Quando entro in ufficio, certe facce. La gente è triste, tutti quei muri, quelle porte, gli spigoli, i ronzii, tutti quei tavoli, le librerie, gli scaffali, le stampanti, tutti quei corridoi che non portano da nessuna parte, girano su se stessi, gli ascensori che salgono e scendono, i pulsanti. Tutti si lamentano, io penso alla mia tenda, alla mia vita all’aperto, e mi rido dentro.