27 ottobre 2023

Giri a vuoto nella zona industriale

 Ieri sera sono andato a trovare D'Ottomani nella zona industriale. Erano le nove di sera e le luci gialle dei lampioni si rifrangevano come schizzi di vomito sulle pozzanghere formate nelle buche lasciate nell'asfalto dal passaggio ininterrotto dei tir. Le sagome dei tetti a denti di sega dei capannoni, nel buio della sera, sembravano mandibole divelte di gigantesche creature preistoriche, dopo che una pioggia di asteroidi le aveva fatte a pezzi. Ogni tanto passava un cane randagio, sgambettando. Ogni tanto passava una donna randagia, ancheggiando e ammiccando. Finalmente sono arrivato sotto casa di n.3 (mi viene ancora da chiamarlo così), ho suonato il campanello. La sua voce, percorsa da scariche elettrostatiche, ha risposto al citofono chiedendo chi era, in un tono scocciato. In quel momento mi sono reso conto che mi stavo presentando a casa sua a mani vuote. Ho nascosto le mani dietro la schiena, anche se non era un videocitofono, ma un citofono del tipo vecchio, che alimentava ancora il mistero, la possibilità, lo stupore, anche un po' la rottura di cazzo.
– Sono Bandini. Insomma, numero 5. Sono venuto a trovarti.
– Bandini? Cristo, ma a quest'ora? Che ci fai qua? Perché sei venuto?
– Mi hai invitato tu, ricordi?
C'è stato un silenzio prolungato. Altre scariche elettrostatiche.
– Ma era un modo di dire, no? Hai presente. Come quando uno dice "una di queste sere ti chiamo e ci andiamo a bere una birra", e poi naturalmente non chiama mai più, diventa vecchio e schiatta e l'altro, quello che in teoria doveva aspettare la sua chiamata ma naturalmente non l'aspettava perché sapeva benissimo che era un modo di dire – a differenza di te – l'altro, va al suo funerale e lì incontra altri amici in comune col defunto e tutti si danno pacche sulle spalle e lui dice loro "e pensare che dovevamo vederci per berci una birra come ai vecchi tempi" e qualcun altro dice "Perché non lo facciamo noi? Anche in suo onore" e tutti annuiscono e si stringono le mani e si ripromettono di risentirsi per la settimana seguente ma naturalmente nessuno fa niente, e così via, all'infinito, perché è così che funziona, sono le formule di congedo Bandini, servono a levarsi dal cazzo a cuor leggero.
– Ah.
– Mica mi avevi preso sul serio?
– Io? Ma che dici. Stavo facendo due passi per sgranchirmi le gambe e mi sono ritrovato a passare sotto casa tua e mi sono detto, ora gli faccio uno scherzo e gli faccio credere che l'ultima volta l'ho preso sul serio, ed eccomi qua.
– Ahahahahah Bandini! Sei una sagoma. Ci ero quasi cascato. Buonanotte allora. Scusa ma c'è mia moglie che mi aspetta sul divano per riprendere la visione della nostra serie preferita. Ci sentiamo.
– Hah! Ma certo! Ci sentiamo SICURAMENTE. Ti chiamo la settimana prossima allora ok? – ho detto, riempendo le mie parole di ammiccamenti. Ma lui aveva già chiuso la comunicazione. 

A quell'ora non c'erano più autobus per tornare a casa mia, e così mi sono incamminato verso casa. Ci sarebbe voluta almeno un'ora. Ma avevo tutto il tempo. Tutto il tempo necessario sarebbe stato con me, fino alla fine, non un istante di meno, non uno di più. E pensare che c'è gente che dice che ci vorrebbe il teletrasporto. Di solito sono gli stessi che agli aperitivi dicono che "amano viaggiare".

5 ottobre 2023

La vita è piena di opportunità

 Oggi passavo davanti al discount quando mi sono sentito afferrare da dietro e prima di accorgermi che cosa stava succedendo mi sono ritrovato scaraventato in terra oltre le porte automatiche del discount. Mi sono alzato per protestare quando l'aggressore ha allargato gli arti come per abbracciarmi:
– Bandini! Ma sei te.
Era ex Creativo n.3, che dopo la dismissione del Reparto Creazione da parte della Clebbino si è rifatto una vita e ora lavora come buttadentro al discount.
– In che senso, buttadentro?
– Con l'inflazione che c'è la gente si guarda bene dal mettere piede nei negozi o nei supermercati, e ormai anche nei discount, così mi pagano perché acchiappi la gente e la scaraventi dentro. Poi una volta dentro ci pensano la musica soporifera e le promozioni 2x3 e le raccolte bollini e le luci bianche e la disposizione sensuale delle merci a fare il resto. Il difficile è farli entrare. Ed è il mio lavoro.
Ex Creativo n.3, che da civile si chiama D'Ottomani, mi ha invitato a casa sua. Ha detto che ora abita all'estrema periferia, in piena zona industriale. La sua è una scelta strategica. Siccome il discount è in centro, lui ha studiato i flussi del traffico e ha visto che la mattina il flusso del traffico è dal centro verso la zona industriale, e la sera viceversa. Trasferendosi nella zona industriale, lui si muove in senso contrario al flusso del traffico.
– Viaggio che è una bellezza. E poi la zona industriale la sera è un posto tranquillo, sentissi che pace.
– Ma non capisco, prima vivevi in centro, se ora lavori in centro non ti conveniva rimanere dov'eri?
– Sei matto? Hai mai provato a spostarti da un punto del centro a un altro punto del centro in macchina? Si fa prima a piedi.
– Ma infatti potevi andare a lavoro a piedi.
– È un modo di dire, Bandini. A piedi, che assurdità.
Comunque io non dovevo fare la spesa, così l'ho salutato, gli ho detto che magari sarei passato a trovarlo una volta (come no) e ho fatto per uscire dal discount. D’Ottomani mi si è parato davanti.
– Scontrino, prego.
– Ma io non ho comprato niente.
– Allora abbiamo un problema. Non posso farti uscire se non mi fai vedere lo scontrino.
Ho raccolto uno scontrino da terra e gliel’ho dato.
– Vuoi farmi licenziare per caso? Fai il bravo. Ci sono i rastrelli in offerta, solo per oggi.
Mi ha strappato di mano lo scontrino e mi ha spinto verso la corsia degli articoli per la casa. Ho comprato un rastrello a 12,99 euro, un vero affare in effetti, e la cassiera mi ha anche sorriso, e mi ha anche strizzato l'occhio, e io stavo per rivolgerle la parola ma poi mi sono accorto che strizzava l'occhio anche a quello dopo di me, era un tic nervoso. Allora non le ho detto niente, e col mio bravo rastrello sotto braccio sono tornato a casa.