27 ottobre 2009

Meno chiacchiera e più tecnica

Ieri ho chiamato l'idraulico, è arrivato con la sua invidiabile cassetta degli attrezzi al tramonto. Appena è entrato in casa mia ha appoggiato la cassetta sul pavimento e si è sfregato forte le palme delle mani.
- Che problema ci sta? Perdite? - ha chiesto, concreto.
Io ho puntato l'indice verso il mio naso.
- Sì. Qua.
L'idraulico ha strizzato gli occhi due volte veloce.
- Che problema ci sta? - ha ribadito.
- Mi goccia il naso. E mi fa male la gola.
– E a me che ca-
- Il mio medico non c'è. La guardia medica non risponde. Allora ho pensato che poteva darmi una mano lei. In fondo è tipo un problema di idraulica, no?
L'idraulico ha tirato su col naso. Poi si è piegato sulla cassetta degli attrezzi, ha rovistato un po'. Ha tirato fuori un tubetto di silicone.
- Da che parte perde?
Ho indicato la narice sinistra. Mi ha afferrato per la mascella e mi ha piegato la testa all'indietro e mi ha versato due gocce di silicone nella narice sinistra.
- Stringi qua per due minuti - ha detto.
Mi sono stretto le narici.
- Altro?
- La gola - ho detto.
Ha estratto la cagna dalla cassetta degli attrezzi e con quella mi ha stretto la trachea.
- Ahio - ho detto.
- Mh, mh - ha mugugnato, annuendo.
- Ci sta che è otturata.
- Otturata? La gola?
- Capace che ci sono finiti dei peli, delle monetine, qualcosa che ottura.
- Bodetide?
- Adesso puoi lasciare il naso. Come va?
- Meglio. Non perde più.
L'idraulico ha strizzato gli occhi, ha preso un foglietto a quadretti e ha cominciato a scrivere con il lapis.
- Niente, per la gola ti consiglio un cucchiaio di Niagara sciolto in un bicchiere d'acqua, mi raccomando DOPO I PASTI, è un toccasana. Ecco qua.
Mi ha dato il foglietto con la ricetta.
- Passa da Gino il ferramenta all'angolo, gli dici che ti mando io, ti fa lo sconto, se ti sbrighi ancora sta aperto.
L'ho ringraziato e gli ho chiesto quant'era.
Ha fatto un gesto con la mano, come per scacciare via un maleficio.
- Dammi trenta euro e stiamo a posto.
L'ho pagato, lui ha messo le sue cose nella cassetta, ha preso la cassetta, mi ha stretto la mano.
- Se ci stanno problemi, chiama.
Dopo sono uscito per andare da Gino il ferramenta, e mentre andavo pensavo fortuna che ci sono gli idraulici, se gli idraulici governassero questo paese a quest'ora non saremmo dove stiamo adesso, che non si sa bene dove è, cosa è. Questo paese ha bisogno di meno chiacchiera e più tecnica, di questo ha bisogno questo paese secondo me.

20 ottobre 2009

Il privilegio del freddo

L'Ufficio Comunicazione Interna della Clebbino ha diramato una circolare interna che vieta di riferirsi alla congintura economica attuale ricorrendo alla parola Crisi. L'obbligo è quello di utilizzare la parola Opportunità.
Così, in una situazione di perdurante Opportunità, la Clebbino (così spiega un'altra circolare dell'UCI) ha deciso di non ricorrere alla Cassa Integrazione, ma di offrire ai suoi dipendenti una nuova straordinaria Opportunità: la Cassa Ibernazione.
I dipendenti vengono caldamente invitati ad aderire al programma. Si tratta di farsi ibernare in una teca di vetro collocata in un deposito ubicato proprio sotto il Data Center della Clebbino, che si trova in una località top secret. L'ibernazione durerà finché non si concluderà questo straordinario periodo di Opportunità. Fino a che non ci sarà la Ripresa, insomma. Durante il periodo di ibernazione gli aderenti al programma ("ibernati"), risultando clinicamente morti, non percepiranno stipendi, non matureranno ferie, TFR, niente. Ma non invecchieranno neanche. In pratica, verranno messi in stand-by.
Non essendo io dipendente ma solo un Co.Pro.Fa.G.O., non posso purtroppo aderire a questa opportunità, ma ho sentito di un tizio del Reparto Innovazione che senz'altro ha deciso di cogliere al volo questa straordinaria opportunità. Numero 2 dice che i Cassibernati sono già centinaia. Numero 3 dice che sono migliaia.
Beati loro.

12 ottobre 2009

Indossato

Certe volte mi viene in mente che sono i vestiti che indossano me e non il contrario, e allora mi sento a disagio, mi sembra che sono le scarpe a decidere dove vado e le maniche della camicia a muovermi le braccia. La sera sono i pantaloni a sfilarsi da me, con un fruscio liberatorio, e a infilarsi in lavatrice per una doccia ristoratrice, e quando non ho addosso più niente mi sento spiegazzato e liso e fuori moda.
Allo stesso tempo mentre mi faccio portare in giro dalle scarpe guardo cosa indossano per strada gli altri vestiti, esseri umani a volte molto di cattivo gusto secondo me, con un taglio pessimo e accostamenti di colori molto discutibili, e allora quando mi accorgo che la mia vecchia giacca si specchia sulle vetrine con un certo compiacimento allora pure io mi compiaccio, è tutta una catena di compiacimenti.
Certe volte poi sono convinto che i vestiti degli altri mi guardano con bramosia, vorrebbero indossare me, anche se sono usato, si vede proprio che il vintage è di moda.

Una volta per esempio c'era un paio di scarpe coi tacchi di Armenia che non hanno resistito e mi hanno calzato i piedi, ero appena uscito dalla doccia. Armenia è entrata in casa e mi ha visto con un ascigamano attorno ai fianchi e un paio di stiletti ai piedi, viola.
- Pervertito del cazzo – è tutto quello che ha detto.
Vaglielo a spiegare, come funziona.