25 agosto 2015

Sei di smoda

A un certo punto Creativo n.4 alza la mano. Il Capo mima con la mano una pistola che spara . È il segnale che può parlare. Siamo chiusi nella Sala Incubatrice da giorni, c’è puzza di sudore e alito pesante e frittura, cartoni con resti di pizza di RapidoPizza, contenitori di alluminio con resti di cibo cinese, cibo giapponese, cibo messicano, cibo greco, cibo statunitense, un lungo periodo di veglia con sospensione del sonno e di ogni diritto umano. Creativo n.1 (aka Creativa aka Numera Uno aka Numero Una) è piegata sul tavolo, la faccia affondata sui palmi delle mani, forse piange, forse dorme, forse fa mente locale, forse fa introsurf, una nuova disciplina di autocontrollo e consapevolezza di cui dice di stare seguendo un corso online; Creativo n.2 si massaggia le orbite degli occhi, ha le lenti a contatto da non so quanti giorni ininterrottamente e un reticolo rosso di capillari gli tempesta i bulbi oculari; Creativo n.3 ha le labbra nere a furia di succhiare la punta di una Faber-Castell, o forse è un principio di necrosi; Creativo n.5 sono io, o chi per me, e non ho idea di che cosa stia facendo: ho perso qualsiasi forma di autocoscienza.
Creativo n.4 si schiarisce la voce. Tutti sperano che sia la volta buona, che partorisca l’idea che ci farà uscire da questo incubo; anche io credo di sperarlo, non ne sono sicuro perché come ho detto non posseggo più nessuna autoconsapevolezza.
– Ho pensato a questo nuovo concetto, la “smoda”. Una nuova categoria estetica da applicare al mondo della moda, ma che significa il suo contrario. In pratica la “smoda” identificherà tutto quello che in una determinata stagione nessuno vorrà mai indossare o comprare, pena l’essere completamente fuori moda. Le case produttrici produrranno sfilate di smoda, i media ne parleranno, e nessuno – NESSUNO – ovviamente comprerà mai quella roba.
– Sto cercando di rimanere calmo –, dice il Capo, – ma spiegami dunque PER QUALE CAZZO DI MOTIVO SI DOVREBBE FARE UNA COSA DEL GENERE –. Creativa fa un rutto. Creativo n.4 sorride.
– Sarebbe un grosso vantaggio per i produttori e per la filiera tutta: saprebbero a prescindere che quei capi non verrebbero mai venduti, e dunque eviterebbero di realizzarli, di confezionarli, di distribuirli e di immetterli nel mercato, con conseguente risparmio di materia prima, soldi, investimenti, e spese varie. Oggi come oggi, da una parte c’è la moda, no? E va bene. Ma poi dall’altra cosa c’è? Niente! Una vasta zona grigia, dove gli acquirenti continuano ad aggirarsi, imprevedibili, come squali nei pressi di una barriera corallina. E invece, con la smoda, noi stabiliamo un confine, una zona rossa invalicabile e inequivocabile, una “no trespassing zone”, che significa: se ti spingi oltre, finirai ai margini della società, diventerai un reietto, uno sfigato totale, un pezzente.
Il Capo rimane a bocca aperta. Tutti aprono la bocca. Io scopro che ce l’avevo già aperta, chissà da quanto: dentro è completamente secca e ho grumi di saliva rappresa agli angoli delle labbra. La richiudo piano piano, per non rompere nessuna articolazione mandibolare. Il Capo abbassa il cane della sua mano-pistola, che diventa così un indice puntato verso Creativo n.4. È il segnale. Siamo liberi. La serratura automatica della Sala Incubatrice scatta, e tutti ci fiondiamo in bagno, sollevati. Non ne potevamo più di pisciare in lattine di coca cola e di cagare nelle scatolette dei Big Mac.
– Hai notato che Numera Uno quando si abbrutisce diventa più sexy? – dice Numero 3, mentre mi lavo la faccia. Non rispondo, voglio solo andare a casa. Il parcheggio aziendale è deserto, ci sono solo le nostre auto e un sole verticale, che bandisce ogni ombra. La dittatura della luce. Salgo in macchina, giro la chiave, ogni volta spero di saltare in aria ma non succede mai.

10 agosto 2015

Sorpresa!

È tornato Domenico.