19 febbraio 2010

Stringere la mano

Sono andato in un negozio di sanitaria e ho comprato una di quelle palle antistress. È gialla, ha una densità "soft" e il materiale è gel. Così c'è scritto, io pensavo che il gel fosse solo quella roba che si mette nei capelli o sulla pancia per fare l'ecografia, poi ci sono le pomate in gel, che sono fredde. Questa palla è ottima anche per la riabilitazione, mi ha detto la commessa. Io non è che devo riabilitare niente. A me mi serve per allenare i muscoli e i tendini degli avambracci e della mano. Questo perché voglio una stretta di mano potente. Voglio una stretta di mano assassina per quando il mio capo mi licenzierà senza neanche avermi assunto, visto che ho solo un contratto Co.Pro.Fa.G.O. Lui mi dirà qualcosa tipo "Qui si conclude la nostra avventura insieme Bandini, buona vita" o qualcosa del genere, qualcosa di un po' new age un po' programmazione neurolinguistica un po' pezzodimerda, anche. Si alzerà per stringermi la mano, sorridente, col gel sui capelli dal taglio perfetto. Avrà il gel sui capelli e sua moglie magari avrà il gel sulla pancia perché le staranno facendo un'ecografia, magari è incinta. La meravigliosa futura famiglia del mio capo, benedetta dal gel. Ma anche io ho il gel. Ho il gel nella mia palla soft. Si alzerà per stringermi la mano, sorridente. Anche io mi alzerò, sorridente, e gli stringerò la mano. Forte. Fino a spaccargliela. Sentirò i tendini e i legamenti della sua mano scricchiolare. Il suo sorriso si incrinerà. La sua faccia diventerà pallida. Uscirà una lieve brezza dal suo naso. Io avrò una stretta di mano assassina, con la forza di un boa constrictor. Continuerò a sorridere sentendo la sua mano nella mia schioccare e croccare, farsi poltiglia. Così adesso ho sempre in mano la mia palla soft gialla in gel e la stringo nel palmo della mia mano, serro e apro le dita, è sempre con me, nella mia mano destra, ormai faccio quasi tutto con la sinistra, mangio con la sinistra, cambio canale con la sinistra, tengo il cellulare nella sinistra e nella destra stringo sempre la mia palla antistress, anche di notte, anche mentre chiavo Eugenia, e aspetto il momento in cui stringerò la mano al mio capo. Perché oggi come oggi la stretta di mano è tutto.

11 febbraio 2010

Funzionamento della pinza

Ierisera mi ha chiamato Penelope 5, cioè Cinzia Pontesi, chiedendomi se potevo andare a casa sua a mostrarle come funziona la pinza tagliatubi a cricchetto che le ho regalato.
– Non hai il turno al Reparto Entropia? – le ho chiesto.
– Mi sono messa in malattia.
– Che malattia?
– Non so. Scabbia.
- Arrivo.
Cinzia Pontesi abita in un bilocale al pianoterra di uno stabile. In realtà sarebbe un negozio, infatti ha una porta a vetri e una vetrina che Cinzia ha dovuto coprire con dei fogli di carta, "altrimenti tutti passando mi avrebbero vista in vetrina, come nel quartiere a luci rosse di Amsterdam" ha detto lei ridendo.
– Sei stata ad Amsterdam?
– Io mai, un mio amico.
– Allora, la pinza.
Cinzia Pontesi mi ha portato la pinza tagliatubi a cricchetto. Le ho chiesto se aveva un tubo da tagliare, ci ha pensato un momento, aveva solo i tubi dei rubinetti, ma non era il caso.
– Vuoi ascoltare un po' di musica?
– Ce l'hai una cassetta puliscitestine?
– No, veramente non ho neanche il mangianastri.
– Non importa. Senti, va bene anche una baguette, per vedere come funziona la pinza tagliatubi.
– Non ho baguette, però ho un salamino.
Mi ha portato un Salamino Clebbino.
– Ecco vedi, è facile. Togli la sicura, metti il salamino qui in mezzo e poi chiudi la pinza fino a che non fa clic.
– Oh. Va bene anche come utensile di cucina, quindi.
– Scherzi, è utile per un sacco di cose. Mio zio Piero per esempio senza la sua pinza tagliatubi si sente perduto.
- "Toglietemi tutto, ma non la mia pinza tagliatubi".
Abbiamo riso. Ridere insieme è sempre l'inizio di qualcosa, piangere insieme, la fine. Piangere mentre l'altro ride, non so, ci devo pensare.
– Vuoi sempre aderire alla Cassa Ibernazione? – le ho chiesto.
– Certo, sto aspettando che la direzione esamini la mia richiesta. Sai, ci sono molte domande, non prendono tutti.
– Già. Beh, in bocca al lupo.
Mi sono alzato per andarmene.
– Allora grazie – ha detto Cinzia Pontesi, e mi ha dato un bacio su una guancia.
– Ehi, piano, non vorrai mica attaccarmi la scabbia.
Stavolta ho riso solo io. Quando sono uscito, ho guardato la vetrina coperta di carta. Uno passando poteva pensare a un'apertura imminente, invece non avrebbe aperto, mai. Avevo le dita che odoravano di Salamino Clebbino. A me il salamino fa schifo.

1 febbraio 2010

Il rumore sbagliato della vita

Ieri sono andato al cinema con Armenia.
Io non capisco perché nei film tutte le cose fanno un rumore giusto, un rumore che gli assomiglia, gli schiaffi fanno sciaff, i passi sul pavimento fanno taptap, i pugni fanno thud!, anche i baci fanno pchok, per non parlare delle esplosioni che fanno ka-booooooooooowmmmmmm!!!!!! In Dolby Surround! Ka-boooooooummmmm - oum - oum - oum (questo è il Dolby Surround, vabbè avete capito).
Invece porcomondo nella vita tutti i rumori sono scadenti, deludenti, a bassa fedeltà, anche sbagliati. Dopo il cinema invece di andare a mangiare la pizza Armenia ha proposto di andare a mangiare la kebizza da Bilal. Così siamo andati a mangiare la kebizza da Bilal. Mentre eravamo lì che mangiavamo la kebizza, gliel'ho detto ad Armenia, le ho detto: com'è che nella vita vera i rumori e i suoni fanno cagare, non sanno di niente, non sanno di Dolby? Gli schiaffi, i passi, i pugni, i baci, le esplosioni?
Armenia mi ha dato uno schiaffo.
- Che rumore ha fatto? - ha chiesto.
- Ahio - ho detto io, massaggiandomi la faccia. Non lo so che rumore aveva fatto, ero stordito dal dolore.
Armenia allora mi ha dato un altro schiaffo.
- Che rumore ha fatto? - ha chiesto di nuovo.
- Santavacca, Bandini - ha detto Bilal.
Mi sentivo la faccia radioattiva. Aveva fatto un rumore scemo, appunto, tipo spa!
- Una cosa tipo, spa! - ho detto.
Poi Armenia mi ha baciato la bocca. Ho sentito un sapore di cipolla. Il sapore della sua kebizza.
- Che rumore ha fatto, questo?
Ci ho pensato un attimo.
- Ka-booooooummmmm - oum - oum! - ho detto.
La vita in effetti ha i suoni a cazzo, però almeno sa di cipolla.
Il film, non mi ricordo il titolo, era la storia di un tizio che nella vita lotta per diventare qualcuno e alla fine ci riesce. Bang!