Ieri ho scambiato due parole col postino, che mi ha recapitato una raccomandata, che io però ho rifiutato perché non mi piacciono le raccomandazioni. In particolare il postino ha condiviso con me una riflessione nata da anni e anni di citofonate per farsi aprire la porta. Secondo il postino, la gente quando risponde al citofono chiedendo “chi è?” sbaglia l’intonazione. Mette l’accento sull’“è”, e la domanda suona sempre come: chi osa “essere”?, chi si permette di esistere? Quando invece sarebbe una domanda innocua, volta a conoscere l’identità di chicchessia. E allora bisognerebbe mettere l’accento sul “chi”, domandare: “Chi, è?” Ma forse invece è giusto così, forse sotto sotto la gente non si capacita del fatto che qualcuno si ostini a esistere, a stare al mondo, a fare cosa poi. Poi ci sono quelli che al citofono rispondono “Sì?”, cosa che paralizza il mio nuovo amico postino. Lui di solito conferma, ripetendo sì, e il dialogo allora si svolge di solito in questo modo: – Sì? – Sì! – ...
Ieri sera al corso deprofessionalizzante del centro per l’impiego l’insegnante ci ha parlato del demansionamento come valore. «Che cosa diceva Mies van der Rohe?» ha chiesto. Nessuno ha alzato la mano. Un tizio in terza fila si è messo un dito nel naso. Un chihuahua ha cagato un stronzo a forma di punto interrogativo nei pressi della cattedra, prima di essere richiamato dal proprietario che passava di lì. «Che cosa avrebbe detto quella puttana? Che dobbiamo dare altri soldi alla troika?» ha urlato uno dal fondo. L’insegnante, che si chiama prof. Caramelli, è avvampata. «Mies van der Rohe era un architetto e designer tedesco» ha detto, scrivendo il nome sulla lavagna analogica. «Ah mi scusi professoressa, avevo capito von der Leyen» ha detto la voce dal fondo. Caramelli ha scritto alla lavagna “Less is more”. Qualcuno mi ha tirato una pallina di carta. Ho preso la pallina, l’ho srotolata. Sul pezzetto di carta c’era scritto "Vuoi un pompino? Vieni in bagno dopo la lezzione”. ...