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Specismo e squatterismo

Dolly, la mia pecora gonfiabile e sex pet, da qualche giorno mi tiene il muso. Ho il sospetto che sia per il fatto che io ho un figlio nato da una precedente relazione (Domenico, nato dalla mia storia con Eugenia, la mia ex bambola gonfiabile) e questo, in qualche modo, la rende gelosa. Forse dovrei mettere le cose in chiaro con lei, e cioè che non intendo avere nessuna relazione sentimentale seria, e men che meno metter su famiglia. E se proprio devo dirla tutta mi dà fastidio il modo in cui ignora quasi l’esistenza di Domenico, come se lo considerasse un essere vivente di terza o quarta categoria. Non pretendo certo che una pecora sintetica in lana merinos e vinile accetti di fare da madre a un geco, non le chiedo tanto: semplicemente un po’ di gentilezza e di considerazione. Domenico in fondo non ha colpe. Comincio a pensare che Dolly abbia un atteggiamento specista, e questo per me è inaccettabile. Siamo tutti uguali agli occhi di... di chi? Di Noè, immagino. Che sulla sua arca accolse tanto le pecore che i gechi, a quanto mi risulta. Oltretutto io non le ho mai fatto pesare il fatto di essere una pecora artificiale, l’ho sempre scopata come scoperei una vera pecora al pascolo in una vera brughiera scozzese. Questa sua mentalità ristretta mi manda in bestia (senza offesa per le bestie).
Per calmarmi sono sceso in cantina a vedere se magari trovavo qualche blatta da dare in pasto a Domenico, ma quando ho aperto la porta della cantina, invece delle blatte c’era un tizio, steso in terra, avvolto in un sacco a pelo.
«Lei chi è?»
«Non si bussa? Che fine hanno fatto le buone maniere?»
«Mi scusi io... ma questa è la mia cantina.»
«Già. E lei tiene recluso nella sua cantina un uomo. Potrei denunciarla per sequestro di persona, lo sa?»
«Ma io non l’ho mai vista. E la cantina è aperta, non era chiusa a chiave. Io non l’ho mai sequestrata.»
Il tizio si è tirato su, ha raccolto il suo sacco a pelo, lo ha arrotolato e se lo è messo sotto braccio.
«Questo lo racconterà al giudice, e vedremo se le crederà.»
«Quale giudice? Lei chi è?»
«Il giudice. Il GUP.»
«Il GUP?»
«Il GIP.»
«Che cazzo va blaterando?»
«Guardi che io ho fatto giurisprudenza. Per ben quattro mesi. Poi mi hanno buttato fuori... solo perché non ero allineato... I poteri forti. Ma conosco i miei diritti, caro signore.»
E uscendo sul pianerottolo ha infilato il portone e se n’è andato, girando il dito indice in aria e ripetendo i poteri forti! I poteri forti!
Io non sapevo che dire, e allora gli ho urlato dietro se per favore poteva evitare di sporgere denuncia. Ne parleremo davanti al giudice di pace, mi ha risposto, grattandosi il culo.


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