Ieri sera suonano al campanello, pensavo che fosse il lattaio, poi mi sono ricordato che era sera e il lattaio di solito passa la mattina, poi mi sono ricordato che in Italia il lattaio non passa più da anni, e infatti non era il lattaio era una tizia che si chiama Olga. L'ho fatta salire, e quando è entrata ho subito messo le cose in chiaro dicendole: – Senta, mettiamo subito le cose in chiaro, io non mi ricordo di lei e qualsiasi cosa io le abbia fatto ero ubriaco perciò non ho nessuna –
– Ma che stai dicendo. Io non sono qui per te.
– Benissimo, in questo caso sei la benvenuta.
– Voglio sapere dove sta Ermete.
– Ermete chi?
Olga mi ha fissato seria.
– Ermete Dossi. Tu non sei Bandini? Il suo migliore amico?
– Ah, ma certo, quell'Ermete. Sì, sì, certo. E che fine ha fatto? È un po' che...
– Senti, piantala di fare la pantomima. Sono sicura che tu sai dov'è.
– Ma tu chi saresti, scusa.
– Sono la sua fidanzata.
– Cosa? La sua - gesussanto, non vedo l'ora di poterla scrivere sul blog.
– Allora? Dove sta?
– Aspetta. Lasciami indovinare. Sei incinta di lui?
Olga è scoppiata a ridere.
– Sei un babbeo, Bandini. È sparito da più di tre anni, come potrei essere incinta da tre anni?
– Be' l'elefante asiatico ha una gestazione di 645 giorni.
Olga è rimasta zitta per alcuni secondi. Si è seduta sul divano.
– Non pensavo che tu fossi così stupido.
– Senti, non ti credo. Ermete non aveva una fidanzata.
– Forse ci sono cose di Ermete che non sai, non ti pare?
– Ha! Non è possibile. Siamo cresciuti insieme. So tutto di lui.
– Allora sai dove si trova.
– Ovvio che lo so.
– Dove?
– Non posso dirtelo.
Avevo promesso ad Ermete che non avrei rivelato a nessuno la sua fuga nella Zona Deumanizzata. Magari i suoi ex capi, quelli che gli commissionavano falsi allarmi bomba, lo stanno ancora cercando per fargli la pelle. Magari Olga è un loro uomo. Cioè, donna.
– Ma io devo saperlo. Avanti. Ho bisogno di parlargli.
A quel punto è suonato il cellulare di Olga, lei si è alzata, ha risposto ed è andata alla finestra. Io ho acceso la televisione, c'era un telequiz, ma non capivo le domande. Olga confabulava al telefono. Poi è tornata a sedersi sul divano.
– Non capisco le domande del quiz.
– Allora? Dove sta Ermete.
– Senti, devo dirti una cosa. Ermete è morto. Mi dispiace.
– Dio che stupido! Ma se prima mi hai chiesto che fine aveva fatto. E poi mi hai detto che sapevi dov'era.
– Be', me l'ero scordato. Poi mi sono ricordato. È sotto mezzo metro di terra.
– Che cosa ha combinato? Perché non puoi dirmi dove sta?
– L'ha fatta grossa. Credimi. È per il tuo bene.
– Oh, stai zitto.
Siamo rimasti in silenzio per qualche minuto, guardando il quiz. Olga rispondeva a tutte le domande del quiz prima dei concorrenti.
– Sono un'appassionata – ha detto.
– Di che?
– Di tutto.
Si è messa a spippolare con il suo cellulare, credo abbia mandato alcuni sms. In tv è partita la pubblicità. Da fuori è arrivato l'urlo della sirena di un'ambulanza, poi niente, la musica della pubblicità.
– Ti prego. È importante. Devi dirmelo – ha detto Olga.
– Ci sono un sacco di variabili, di incognite – ho risposto.
– Tipo?
– Grandi affari. Grandi movimenti. Movimenti anche tellurici. La CIA, la NASA, la STANDA. Onde elettromagnetiche. Grandi rischi.
– Ma di che parli?
Mi è scappato da ridere.
– Che cosa ridi, stupido.
– Niente, è un sorriso liofilizzato Clebbino.
– Me lo dirai. Non me ne vado finché non me lo dici.
Abbiamo guardato la televisione in silenzio per venti minuti. A un certo punto lei si è alzata e senza dire una parola se n'è andata. Io mi sono toccato la faccia.
Commenti
Punto. (...ancora rido !)
EP
Sempre Suo