16 marzo 2018

Di cosa ci occupiamo nella vita

L’altro giorno me ne stavo nel mio ufficio, davanti allo schermo del computer. Con una lente di ingrandimento stavo contando i pixel dello schermo, quando a un certo punto è suonato il telefono. Era il suono di una chiamata interna, ma sul display non è comparso nessun numero. Allora non ho risposto. Dopo tre squilli, il telefono ha smesso di suonare. Ho alzato la cornetta e ho chiamato Creativo n.2.
– Che succede?
– Sei tu che mi hai chiamato?
– No.
– Ok.
– Ok.
Ho messo giù. Ho tamburellato con le dita sulla scrivania. Poi mi sono alzato e sono andato nell’ufficio di Numero Due. L’ho trovato che stava facendo girare il suo smartphone sul tavolo, come una trottola.
– Che c’è ancora? – mi ha detto, mentre lo smartphone ruotava.
– Mi stavo chiedendo una cosa.
– C’è Google per questo.
– No, non credo. Non per questa domanda.
– Sarebbe?
Mi sono seduto di fronte a lui. Non sapevo bene come metterla giù.
– Mi chiedevo. Noi, esattamente. Che lavoro facciamo?
– Noi, intendi la Clebbino?
– No, non tutta l’azienda. Intendo noi: io, te, gli altri del Reparto Creazione.
– Come sarebbe che lavoro facciamo. Che ti prende?
– È che ero davanti al computer, poi è suonato il telefono, non lo so, dopo ho guardato queste cose, il computer, il telefono, il mio ufficio, non sapevo bene cosa fare, cosa stavo facendo. Che cosa facciamo noi?
– Cosa facciamo, cosa facciamo. Non è in questi termini che – cioè, facciamo il nostro lavoro. Che domande.
– Cioè? Esattamente?
Numero Due si è stretto tra le spalle.
– Senti, cosa vuoi che ti dica. Lo faccio da talmente tanto tempo che, come dire, è automatico per me. Non è che sto lì a chiedermi che cosa sto facendo. È come respirare. Così su due piedi, voglio dire, non lo so, dipende. Dipende. Forse Numero Una, lei è arrivata da poco, ci fa più caso a queste cose. Andiamo a chiederlo a lei.
Siamo andati nell’ufficio di Numero Una.
Stava scrivendo al computer, e quando siamo entrati senza bussare – noi non bussiamo mai, per non disturbare – ha smesso di battere i tasti e ci ha sorriso.
– È già ora della riunione?
– No, nessuna riunione – ha detto Numero Due, – volevamo chiederti una cosa – e ha guardato me.
– Sì, ecco, ci chiedevamo... – ho abbassato la voce e mi sono piegato verso di lei. Numero Una ha allungato il collo verso di me.
– Che lavoro facciamo noi, qui? – ho chiesto in un sussurro.
Numero Una ha sbattuto le ciglia due-tre volte. Poi è scoppiata a ridere. Io e Numero Due ci siamo uniti alla sua risata. Che spasso! Le lacrime! dopo un po’ abbiamo ripreso fiato. Le ho rifatto la domanda, mentre mi asciugavo gli occhi.
– Ma fai sul serio? – ha detto lei.
Ho annuito.
– Aspetta – ha detto, e ha aperto un cassetto, rovistando. Ha tirato fuori un biglietto da visita.
– Ecco! Qui dice: creativo. Immagino che per me sia “creativa”, ma è uguale, no?
– Sì, sì! Certo, siamo il Reparto Creazione. Questo è. Ma poi, noi, durante l’orario di lavoro, insomma –
– Di che cosa ci occupiamo esattamente? – è intervenuto Numero Due, per cavarmi d’impiccio.
Adesso Numero Una non rideva più. Proprio per niente.
– Cioè, io sono l’ultima arrivata. Siete voi che dovreste –
– Proprio perché sei l’ultima arrivata, capito, noi ci siamo dentro da troppo tempo, neanche ce ne accorgiamo più di quello che facciamo, ma tu, tu – il volto di Numero Due si è improvvisamente illuminato – tu STAVI SCRIVENDO QUALCOSA quando siamo arrivati. Stavi lavorando! Ecco! Ecco! Che cosa scrivevi?
– È vero! Io... no. Un momento. Come non detto.
– Come non detto che? Non essere modesta. Stavi lavorando di gran lena. Facci legg –
Ci siamo precipitati alle sue spalle per vedere che cosa aveva scritto ma siamo rimasti come paralizzati. Sullo schermo del suo computer c’era una schermata di word con scritto:

sfksldkfj slkdfjslk jsldkfjksdo ows pdfsk oad ias aslkd clkj dkfj sldkf jsd kdfsj kdfksjd lskdfjsldkf dkfsjdd kdfjdkj sldkfdksiwhdbycvg jd fo jfiofugoid nfogidiofug jeksfddjfksjre d0difsiofhjsdkf lksòdlfoeri hskdf sldkfjslk jfgofdfdop jgrkng slòdlkfsòdlkfro jifdjkfgldkfjgdlfjg fkfjgirjweshdhjf òodifosjeh jd kjdhdjfhsj odjfj dhkdjf idfh akdjdksj  osdjfhksj  f,còc,s odofis jdhfskjdhfuhfsj jdfhskjdhf jksjhdf dsiufsdoiu ididfus isidufo idfo iudsofi sidf jehskjdfhksjdfhksjdf idusfoidfuoi usoiui du

eccetera eccetera. Numero Due ha fatto scorrere le videate, erano almeno dieci pagine tutte così.
– Ma che roba è? – ha chiesto.
– Ma niente – ha risposto Numero Una, tranquilla, – battevo sui tasti a caso. Mi piace il rumore che fanno, mi rilassa. Lo vedo fare a tutti e allora.
– Ma come sarebbe, hai scritto tutta sta roba riga per riga? – ha chiesto Numero Due, non si poteva capacitare, – cioè, ma non sai copincollare?
– Sentite, qua non ne veniamo a capo – sono intervenuto io. Forse possiamo chiedere a Numero Tre.
– Niente da fare: Numero Tre è in ferie.
– Ferie? Quali ferie? Vuoi dire che è assunto? – ha chiesto Numero Una.
– Allora chiediamo a Numero Quattro – ho detto io, e ho alzato la cornetta, digitato l’interno di Numero Quattro e messo in vivavoce. Numero Quattro ha risposto dopo sei squilli.
– Sì?
– Numero Quattro, siamo Una, Due e Cinque. Ti disturbiamo?
– Che volete? Sì.
– Stavi lavorando?
– Ovvio.
– Fantastico! E cosa stavi facendo?
– ...
– Numero Quattro? Sei lì?
Dall’altra parte del telefono nessuna parola. Solo un rumore di fondo, come una risacca lontana, o il rumore di una cannuccia che rovistava in un bicchiere pieno di ossicini di piccoli animali.



5 commenti:

Maurizio ha detto...

Semplicemente fantastico Bandini, un capolavoro, non ho altre parole. I miei complimenti

Bandini ha detto...

Che lavoro fai, Maurizio?

Maurizio ha detto...

Ma... Io...
Sto al computer...
Ecco... Cioè...
Entro in ufficio...
Esco dall'ufficio...
Quindi, veramente...
..............
.......
Shekfurdje
Difjfyfnx
Shdjd
Dk
C

Cletus ha detto...

Bello, davvero.

lievito ha detto...

io so solo che il giorno dopo il mio lavoro serve per i traslochi, perché non si rompano i bicchieri, altro non voglio sapere. mi sembra già tanto.