18 maggio 2016

Una sequela di fatti incresciosi, con un lieto fine

Ero stanco di guardare l’effetto neve nella mia tv analogica e allora mi è venuta voglia di andare al cinema, solo che non avevo i soldi, e soprattutto non avevo voglia. Infatti devo correggermi: avevo voglia di essere al cinema, ma nessuna voglia di andarci. Quindi ho cominciato a chiedermi quale fosse il valore aggiunto del guardare un film al cinema invece che alla tv, e dopo averci rimuginato su un bel po’ (tipo dieci secondi) ho realizzato: i popcorn! Mi sarebbe bastato comprare dei popcorn e piazzarmi davanti alla tv di casa per rivivere l’esperienza coinvolgente del cinema senza andare al cinema ma comodamente seduto sul divano di casa mia. Così sono andato al supermercato a comprare i popcorn già fatti, lo so che sono meno buoni di quelli fatti sul momento, ma io quando sento tutti quei poveri chicchi di mais che esplodono dentro la padella buttando fuori la loro materia popcornea come calzini rovesciati, dopo mi viene la nausea e non ho più voglia di mangiarli, mi sembra una cosa talmente crudele, che al confronto macellare agnelli è un’attività rilassante come il gardening. Quindi ho comprato un sacchetto di popcorn e sono tornato a casa a guardare l’effetto neve in tv, e mangiando popcorn era come guardare l’effetto neve al cinema, tutta un’altra storia. Solo che a un certo punto un chicco inesploso di popcorn mi si è incastrato tra il dente del giudizio e il molare affianco, e non mi riusciva più di toglierlo. Sono andato in bagno per guardarmi allo specchio ma non si vedeva bene, allora ho avuto l’idea di infilarmi in bocca lo smartphone per farmi una foto e poi guardare in foto la situazione odontoiatrica, e così ho fatto. Non è facile infilarsi in bocca uno smartphone, per fortuna il mio non è di quelli molto grossi, è un vecchio modello, e manovrando un po’ sono riuscito a introdurre l’estremità con l’obiettivo per scattare una foto, ma proprio in quel momento il telefono ha suonato, e siccome associata alla suoneria c’era la vibrazione, lo smartphone mi è scappato di mano e stava per cadermi, e allora per non farlo cadere ho serrato i denti. Ho sentito un crack, la scocca si è aperta e ho sentito qualcosa scivolarmi in gola. Allora ho sputato tutto quello che avevo in bocca, tranne il popcorn, e i pezzi dello smartphone c’erano tutti, tranne uno. La sim! L’avevo ingoiata. La cosa più preziosa della mia vita, con la rubrica con dentro i numeri di tutti i miei amici (sei, sette), le foto, i messaggi, le chat, i virus. Tutto perduto! Senza la mia sim non ero più niente, un troglodita analogico senza più vita social, con rimasugli di popcorn tra i denti. Non potevo rassegnarmi e ho aspettato che la natura facesse il suo corso. Il giorno dopo ho defecato in una ciotola e ho cominciato a rovistare nella mia merda, alla ricerca della sim. Ho riconosciuto svariati chicchi di mais, ma di sim nessuna traccia. Quando ormai ero talmente disperato che mi sarei mangiato la mia stessa merda, l’ho trovata, dentro a un grumo di feci particolarmente duro. Ho lavato la sim con cura e l’ho posta ad asciugare all’aria, e dopo qualche ora l’ho rimessa al suo posto. Funzionava! Sono davvero un uomo fortunato, e pieno di risorse. Adesso quando tocco il touchscreen ho una strana indefinibile sensazione, ma a parte questo tutto bene. Ho ancora il pezzo di popcorn incastrato nei denti ma non si può avere tutto nella vita. Comunque, a chiamarmi mentre mi facevo una foto in bocca era stata la mia banca, per dirmi che ho perso tutti i miei investimenti.

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