Creativo n.3 sostiene che Creativo n.1 si sarebbe “licenziato dalla vita” (ha detto così) per motivi sentimentali. “Intendi dire amore?” ho chiesto. “Intendo dire motivi sentimentali” ha detto lui. Io e n.3 siamo alti uguali e questo ci crea imbarazzo, quando parliamo rischiamo di guardarci negli occhi e alla stessa altezza, rischiamo di creare questo legame di sguardi perfettamente orizzontale, e questo sarebbe insopportabilmente intimo e quindi nel nostro caso tipo pornografico, quindi io di solito guardo la punta del suo naso o le sue orecchie, lui non so dove guarda perché negli occhi non lo guardo mai. Sarei molto curioso di sapere dove guarda ma non posso rischiare di incrociare il suo sguardo, ma sono quasi sicuro che anche lui non mi guarda negli occhi, sono sicuro che anche lui teme il disagio dello sguardo orizzontale con implicazioni pornografiche. Pensa a quello che ha detto prima di spararsi, mi ha detto, “Amatevi e patite”, non ti sembra un messaggio chiaro? Di disagio sentimentale? Può essere, ho risposto io, che ero un po’ infastidito da questo tirare in ballo Creativo n.1 perché io non sono andato al suo funerale, ufficialmente perché non mi sentivo bene, nella realtà delle cose perché mi sentivo benissimo e quando mi sento benissimo mi sento in colpa ad andare ai funerali. E quindi non ci sono andato. E magari invece Creativo n.3 ci è andato, e adesso aveva tirato fuori il discorso dei motivi sentimentali del suicidio di Creativo n.1 per arrivare a dirmi, con degli insidiosi giri di parole tipici di chi passa il tempo a insidiare il mondo con le parole, come mai tu non c’eri al funerale?
Allora siccome la migliore difesa è l’attacco ho deciso di prenderlo in contropiede e gli ho detto
– Potrebbe essere che quel messaggio fosse un chiaro segnale del suo disagio sentimentale, e comunque sia come mai non c’eri al funerale di n.1?
Lui è rimasto immobile ma le sue orecchie hanno avuto un fremito.
– Ma io c’ero – ha detto.
– Non ti ho visto – ho detto io.
– Neanche io ti ho visto – ha detto lui.
Stava bluffando? O c’era andato veramente? Forse dovevo cambiare tattica.
– Anzi. Ora che ci penso. Ti ho visto, al funerale ¬– ho detto.
– Ah – ha detto lui, incerto.
– Solo che non c’eri.
Lui ha riso.
– Come sarebbe?
– Ti ho visto, n.3. E non c’eri.
– Ma se mi hai visto, vuol dire che c’ero.
– Ehi, tu mi hai visto a me?
– No.
– Appunto. Ma io invece ti ho visto. Quindi, se permetti, avrò visto anche se c’eri o no. E tu non c’eri.
– Ma non ha senso – ha detto, dopo lunghi secondi di silenzio.
– Perché, ti sembra che la morte di n.1 abbia senso? Niente ha senso. E tu non c’eri.
Lui si è schiarito la voce. Io ho guardato il suo naso.
– E adesso ci sono? – mi ha chiesto. Che figlio di puttana, ho pensato. Io ho preso aria e poi lentissimamente ho risposto “Nnnnnnn-oooooooooo” e quel no era come un pezzo di tappezzeria che si stacca lentamente dal muro. Ho visto le orecchie di n.3 impallidire.
In caso di bomba atomica
7 anni fa
8 commenti:
"...e ho visto la mia fine sul tuo viso il nostro amor dissolversi nel vento ricordo, sono morto in un momento Mi ritorni in mente ..."
Uh, Bandins, mi sistemi la virgoletta che chiude un trattino nella prima battuta di dialogo.
Poi siamo a posto, direi.
> ca.ca.ca: fatto.
anch'io vedo quelli che non ci sono. anzi, essendo ipermetrope, li vedo meglio.
Esimio Harvey,
La sua facoltà è pregevole, ma di gran lunga più conveniente sarebbe quella di non vedere quelli che ci sono. Risparmierebbe di molto la fatica di vivere. So per certo che molti l'hanno appresa, quando non l'avevano di natura.
Egragio Bandini, i miei rispetti come sempre.
esimio fu ingegnere, quelli che ci sono mi appaiono esattamente come quelli che non ci sono.
non faccio micraniose distinzioni e soprattutto nessuna fatica. come si dice, la vita rotola ai nostri piedi, se vogliamo.
mi spiace che lei non abbia questa facoltosa facoltà. se vuole qualche rudimento, non esiti.
ossequi.
Che dire.
Applausi e inchini a profusione.
Mi ricorda un certo mal di schiena.
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