28 aprile 2023

Mi informerò senz'altro

 Ho trovato un post-it nero attaccato alla cassetta della posta. Sopra non c'era scritto niente. Forse un messaggio minatorio di Mascarotti, il mio padrone di casa? Eppure sono in regola con l'affitto. O no? Siccome sono una persona scrupolosa, per togliermi il dubbio sono andato a suonargli, abita dall'altra parte della strada.
«Ah, Bandini! Venga, prego, entri pure. Posso offrirle qualcosa?»
«Grazie, un caffè lo prendo volentieri.»
«E lei?»
«Un caffè» ho ripetuto.
«No, volevo dire: e lei cosa mi offre?»
Mi sono stretto nelle spalle, guardandomi intorno. Eravamo nel suo soggiorno, sul tavolo c’era un centrotavola, non ne vedevo uno dal 1986. C'era la tv accesa sul programma "La morte in diretta".
«Non ho portato niente con me» mi sono giustificato.
«E io non ho il caffè. Siamo pari» mi ha sorriso. Ho ricambiato il sorriso.
«A cosa devo la sua visita?»
Gli ho detto del post-it nero, ma ha detto che non ne sapeva niente.
«Piuttosto, deve ancora pagare l'affitto del mese scorso... pensavo fosse venuto qui per quello».
In tv la conduttrice del programma stava intervistando un vescovo su una spinosa vicenda di preti pedofili.
«Vede, anche questa espressione, "preti pedofili"» ha cominciato a dire il vescovo, facendo il segno delle virgolette con le dita «io la ribalterei e direi piuttosto "pedofili preti"... sente la differenza? C'è un'aura di riscatto, di emancipazione, di speranza». La conduttrice annuiva. Mascarotti mi fissava, credo per vedere se annuissi anche io. Ho cercato di fare la faccina con la bocca obliqua, senza riuscirci molto.
«Per quanto riguarda l'affitto» ha ripreso a dire Mascarotti.
«Posso avere un bicchier d’acqua?»
«Magari potesse! Magari potessi anche io!»
Mascarotti mi ha spiegato che ormai era in atto un gigantesco piano governativo e forsanche internazionale di sostituzione dell'acqua con una sostanza liquida molto simile, ma ottenuta chimicamente in laboratorio. L'acqua prodotta dalla natura se la tengono per "loro", mentre a noi ci danno questa roba, questa "H2O", lui era andato a controllare su internet e aveva scoperto che è una formula chimica di una "molecola", significa 2 atomi di idrogeno e uno di ossigeno, passi per l'ossigeno, ma l'idrogeno? Ci fanno bere l'idrogeno! Una roba che è usata nell'industria petrolchimica per raffinare i combustibili e sintetizzare l'ammoniaca! In tv la conduttrice annuiva. Io ho detto che non ne sapevo niente ma mi sarei senz'altro informato. Mi sono alzato, il centro tavola era sempre lì, una decorazione tutta a frattali.
«Bello il centrino, lo ha fatto lei?»
Mascarotti mi ha guardato sconcertato.
«Sua moglie?»
«È morta.»
«Mi dispiace tantissimo.»
«È morta 25 anni fa.»
«Ah, ok. Allora mi fa piacere» gli ho stretto la mano e sono uscito. Avevo in tasca il post-it nero. A un certo punto ho avuto come un'illuminazione. Ho provato a guardarlo contro la luce del sole, col cuore che mi batteva forte. Non è apparso nessun messaggio segreto, e un tizio in scooter mi ha strombazzato bestemmiando perché ero fermo in mezzo alla strada.

14 aprile 2023

Bello

Mia madre diceva sempre: se pensi che il mondo sia bello, è perché non hai mai lavato il filtro di una lavastoviglie.

4 aprile 2023

Un posto qualunque

 Ermete mi ha chiesto di accompagnarlo in un posto, non ha specificato dove. Gli ho detto che sarei passato a prenderlo in macchina. «Lascia perdere la macchina» ha detto «da quando la Zona Deumanizzata è diventata ZTT*, è un inferno. Vieni a piedi». «Ok, ti faccio uno squillo quando sono sotto casa tua».

Aveva ragione, tutte le strade del quartiere erano intasate di auto, perlopiù ferme. Alcune non avevano neanche il motore acceso. Alcune non avevano neanche passeggeri all’interno, come se la gente si fosse stufata e avesse abbandonato l’auto, o forse era un nuovo tipo di parcheggio, non lo so. Però era un traffico strano, non c’era astio, non c’erano colpi di clacson o gente che imprecava, vigeva una calma rassegnazione. 

«Perché non andate a piedi?» ho chiesto a un tizio in coda che aveva il finestrino abbassato e teneva gli occhi chiusi. 

«Per andare dove?» ha chiesto lui, senza neanche aprire gli occhi. 

 «Non saprei, dove deve andare?» 

«Da nessuna parte. Io vivo qui.»

«Come, vive qui. Non ha una casa?»

«Sai quanto costa una casa? E poi mica ci vai in giro, con la casa. E comunque chi cazzo sei?»

Arrivato sotto casa di Ermete ho preso il telefono per fargli uno squillo, ma mi sono ricordato che lui non ha il cellulare. Allora ho cercato il suo nome sul citofono, ma mi sono ricordato che non c'è il suo nome sul citofono, e che comunque è rotto. Allora ho preso un sasso e l'ho lanciato contro la finestra del suo appartamento, sfondandola. Dopo un po' dal buco della finestra sfondata è uscito il braccio di Ermete, con la mano che faceva pollice in su.

Ermete è sceso.

«Dove andiamo?» 

Ermete ha alzato le spalle «E che ne so.»

«Ma mi hai chiesto di accompagnarti in un posto.»

«Appunto, acccompagnami in un posto.»

«Che posto?»

«Uno qualunque. Scegli tu.»

Ho preferito non rispondere e ho preso a camminare a casaccio per la Zona Deumanizzata, tra i gas di scarico del traffico immobile. Dentro alle auto in coda, le persone guardavano negli schermi dei loro smartphone. Ho guardato su, nel cielo. L'ho guardato negli occhi. Quante visualizzazioni fa il cielo? Poche, mi sa. Ermete mi seguiva, con le mani in tasca e la testa incassata tra le spalle. Faceva freddo, e un attimo dopo faceva caldo. Ma lui se ne frega. Il cielo, dico. Lo guardavo negli occhi e con lo sguardo periferico guardavo la periferia, tutto intorno.

«È bella la periferia» ho detto per dire qualcosa. Ermete era d’accordo. Se fosse per lui, ha detto, costruirebbe una città fatta solo di periferia.

«Quindi, a forma di anello?» ho chiesto.

«Che cosa?»

«La città fatta solo di periferia, senza il centro. Non avrebbe la forma di un anello?»

Ermete ci ha pensato un attimo. Poi ha detto:

«No, più quella di un buco di culo.»

 

*Zona a Traffico Totale.